La Storia e le Origini del Diavolo.

Diavolo: la Storia, le Origini, i Nomi del Demonio

Chi è il Diavolo? Esiste davvero? Satana, demonio, Lucifero, sono tutti sinonimi per indicare il male, ma i nomi del diavolo variano a seconda del periodo storico, o mitologico, al quale ci si riferisce quando se ne parla.

Il termine diavolo è, nella religione, una entità spirituale o soprannaturale malvagia, distruttrice, menzognera o contrapposta a Dio, all’angelo, al bene e alla verità. Ecco chi è il diavolo.

Non tutti sanno che il diavolo era un angelo, il più bello, poi decaduto e scaraventato sulla terra come vedremo in seguito. Qundi erroneamente possiamo dire che il diavolo, in modo generico è il demonio, è satana, è lucifero, ovvero indicano tutti il malvagio e il male ma sono le fasi storiche che cambiano e nelle quali anche il nome del diavolo cambia.

Il termine demonio significa spirito provocatore di tutto il male ed istigatore degli esseri umani. La figura del demonio è associata anche a quella di Satana (l’angelo decaduto) visto come l'”oppositore” a Dio per eccellenza.

Ma demonio non definisce un solo essere ma è la definizione generica di entità superiore spirituale che ha la”funzione” di contrapporsi al “bene” o “verità”. I demoni sono quindi tutti gli angeli che si sono schierati contro Dio con Lucifero (divenuto Satana).

Etimologia del nome Diavolo o Demonio

Il termine “diavolo” deriva dal latino diabolus, traduzione dal greco con i significati di “calunniatore, diffamatore, divisore, oppositore, accusatore, contraddittore e nemico di Dio”.

Sinonimi di diavolo sono anche: demonio, satana, Lucifero e di seguito li analizziamo etimologicamente.

Diavolo o demonio, figura.Il nominativo di “demonio” deriva dal latino daemonium e questo dal greco. Dall’originario significato di “entità soprannaturale”, demonio ha assunto il significato di “appartenente agli dèi”, “ammirabile” e “sorprendente”.

Il termine “dèmone” deriva dal greco antico traslato in dáimon e può significare “essere divino, essere intermedio fra Dio e l’uomo” oppure “divisore delle carni, divoratore di cadaveri”.

L’espressione “spirito immondo” allude a un essere che non può comunicare con Dio che è uno spirito purissimo e irraggiungibile.

Razionalmente e filosoficamente il diavolo, il demonio, il dèmone, sataran, satana, belzebù, asmodeo e lo spirito immondo dovrebbero essere la rappresentazione simbolica del male.

Ma per i seguaci di molte religioni, in particolare per i cristiani, sono esseri reali che assumono ruoli e aspetti diversi.

Infatti, i fortunati che hanno il privilegio di vedere questi esseri li riconoscono immediatamente (senza averli mai visti prima) e li descrivono nelle forme più diverse: talvolta come alieni o UFO al giorno d’oggi.

La vera storia del Diavolo secondo le religioni: Origini e Morfologia dell’angelo caduto

Molto più difficile è cercare di capire quale possa essere il suo vero aspetto fisico. Si legge in Genesi che mentre Adamo ed Eva si trovavano nel Paradiso Terrestre, un serpente attaccò discorso con loro: era il diavolo, «la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio» .

Con ogni probabilità doveva trattarsi di Sataran l’antico dio-diavolo mesopotamico che si era trasferito nell’Eden. Ma in nessuna parte della Bibbia questo è confermato e Adamo, purtroppo, non ha lasciato alcuna descrizione.

Se nell’Antico Testamento il diavolo ha l’aspetto di un serpente maschio, nella Cabala Ebraica il diavolo è una femmina, tale Lilith, (anche essa estrapolata dalla religione mesopotamica). Lilith fa parte di un gruppo di bestiacce mandate nel Paradiso Terrestre dal Signore, in uno dei suoi frequenti momenti d’ira, assieme a gatti selvatici, iene e satiri.

La dèmone Lilith fu compagna di Adamo per 130 anni, poi per incompatibilità di genere e, pare, per contrasti sulle posizioni nell’atto dell’amore, si lasciarono.

Adamo si accasò con Eva e quasi contemporaneamente i gatti selvatici, chiamati in ebraico ziim, furono trasformati in demoni. Mentre le iene (hiim) e i satiri divennero degli onocentauri: esseri simili ai centauri ma con la parte inferiore del corpo da asino.

Lilith

Anche Lilith fu trasformata in un onocentauro:  nel Talmud viene descritta con la faccia da donna, i capelli lunghi, le ali, il volto orribile. Con la capacità di cavarsi gli occhi dalle orbite per metterseli in posti irriferibili e la sfrontatezza di assalire gli uomini che dormivano da soli facendosi fecondare dal loro sperma grazie al quale poi nascevano i lilim, altri dèmoni.

Sappiamo che in seguito il “Serpente Antico”, che aveva offerto la mela a Eva, si trasformò in un Dragone: «rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi» . Questo Dragone, in conseguenza di una rissa con Michele e altri angeli, fu precipitato sulla terra, dove stabilitosi decise di assumere le funzioni di diavolo.

Sul Dragone i teologi sono discordi. Molti di loro sostengono che l’essere che combatté contro l’Arcangelo Michele e che venne precipitato sulla terra, non era il Gran Dragone Rosso bensì Lucifero.

Lucifero è la traduzione latina dell’ebraico helel e vuol dire “il brillante” ovvero la “stella del mattino”. Se era Lucifero, di lui abbiamo una probante descrizione: era bellissimo, anzi “perfetto in bellezza” e ricoperto di “rubini, topazi, diamanti”.

Il Diavolo e suoi compagni “sostenitori”

Non solo Lucifero fu precipitato sulla terra. Contemporaneamente a lui furono precipitati i suoi sodali che erano la metà esatta degli angeli creati dal Signore: oltre 600.000.000 diavoli o angeli ribelli.

La cifra è approssimativa, perché Luca (15,4) afferma che il numero degli angeli è 99 volte superiore a quello degli uomini. Monsignor Corrado Balducci, teologo, ufologo e demonologo ha contato 1.758.866.666 diavoli.

A distanza di millenni è stato possibile stabilire e redigere con esprema precisione un Gerarchia Infernale, in base ai racconti ed alle documentazioni esistenti.

Riprendendo il filo della storia, i compagni di Lucifero precipitati sulla terra e diventati diavoli si diedero subito da fare con le figlie degli uomini e ne presero in moglie “quante ne vollero”.

Dalle unioni nacquero i Titani o Nephilim, che erano giganti dall’animo malvagio. Nel Talmud del loro aspetto si dice che «avevano le ali e volavano da un’estremità all’altra del mondo». Uno di essi, Keteb Meriri, ovvero la Peste Dolorosa, viene descritto nell’Antico Testamento: «era pieno di occhi, di scaglie e di peli con un occhio sul cuore, fatale per chi lo guardava».

Nella Septuaginta, la traduzione in greco della Bibbia, i 72 saggi traduttori per descrivere l’aspetto del diavolo utilizzarono un termine che vuol dire capra selvatica, satiro, demone”, oppure “siyyim”, cioè “abitante del deserto, bestia selvatica”.

In fasi successive Ebrei e Cristiani confermarono che Lucifero e gli angeli decaduti avevano l’aspetto caprino degli esseri appartenenti al mondo mitologico pagano. Dunque erano simili ai fauni, ai centauri, ai satiri, alle sirene, alle arpie e conseguentemente a Pan, a Cernunnos e a Iuppiter Ammon.

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Casi di possessione Possessione Demoniaca

Morfologia del Diavolo, l’aspetto del demonio nella storia della religione

Così cominciò a definirsi una morfologia del diavolo più realistica: un essere peloso, con il corpo umano, le orecchie appuntite, i piedi con gli zoccoli, la coda di capra e le corna. La presenza delle corna divenne una costante per tutti i diavoli, forse perché Giove Ammone, Pan, Cernunnos e i Satiri avevano le corna.

Diavolo, con le sembianze di capra e peloso: il “bafometto” (Baphomet)

Al successo della cornificazione del dèmone contribuì anche l’esoterismo che attribuiva al diavolo il significato di divisore dell’anima umana in due parti: il bene e il male. Si credeva, ad esempio, che l’ora del diavolo fosse mezzogiorno. Perchè il mezzogiorno è il momento in cui il sole giungendo allo zenit divide il giorno in due parti uguali e contrarie.

Resta da dire che Gesù, nonostante abbia avuto molto a che fare con i diavoli, non ci è di grande aiuto per risalire all’aspetto del diavolo.

Sappiamo che il Figlio di Dio estrasse “sette demoni umani” da Maria di Magdala, ma oltre a definirli “umani”, altro non ci dice. Erano piccoli? Erano grandi? Uscirono dalla bocca, dall’ano, dalla vagina? Gesù non ce lo dice.

Nel deserto gli si accostò il diavolo che gli disse: «Se sei figlio di Dio dì a questi sassi di diventare pane!». Anche in questa occasione il cronista Marco non fa nessun accenno alle sembianze del tentatore. Per cui alcuni esegeti ritengono che non si trattasse del diavolo bensì di un comune viandante che aveva voluto provocare Gesù con una richiesta impertinente.

Poco dopo il diavolo ritornò e «lo condusse sopra un monte altissimo, gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: “Tutte queste cose io ti darò, se tu prostrandoti, mi adorerai”». Ma Gesù gli rispose: «Vattene, Satana!». Anche in questo caso è difficile stabilire se si trattasse effettivamente del diavolo. Perché Gesù aveva l’abitudine di chiamare “Satana” chiunque gli stesse antipatico: anche Pietro.

L’aspetto del diavolo secondo Dante Alighieri

Chi riuscì a vedere Caronte, Minosse, Lucifero, ecc., così da vicino che per la grande paura “non morì e non rimase vivo”, fu il noto Dante Alighieri.

Illustrazione del Diavolo dalla Divina Commedia di Dante Alighieri.
Il Diavolo dalla Divina Commedia di Dante Alighieri

Egli descrive il diavolo come un demonio gigantesco che emerge dal ghiaccio di Cocito e che «s’el fu sì bel com’elli è ora brutto». Con «tre facce alla sua testa»: una faccia rossa al centro, una bianca-gialla a destra, e una a sinistra dello stesso colore delle facce di coloro che vengono «di là dove il Nilo s’avvalla».

Dante dice che da sotto a ciascuna faccia uscivano due grandi ali che non avevano penne e piume, come ali di pipistrello, ma grandi da generare venti gelidi. Avendo tre facce, di conseguenza Lucifero aveva sei occhi e tre menti dai quali colava bava insanguinata e «da ogne bocca dirompea co denti un peccatore, a guisa di maciulla».

Questa testimonianza di Dante appare inoppugnabilmente veritiera. Perché non è possibile credere che un uomo del suo spessore abbia immaginato di recasi all’Inferno solo per riportare fantasie  e fobie fideistiche degli aderenti alla sua religione.

Il Diavolo secondo Padre Pio

Il testimone a noi (cronologicamente) più vicino, che ha avuto i contatti più credibili con il Diavolo, è stato il santo Padre Pio da Pietrelcina.

«Una notte dalla porta con terrore vidi entrare un grosso cane dalla cui bocca usciva tanto fumo e udii che diceva: “È iss! È iss!”». Per l’occasione, l’astuzia del diavolo fu tale che per farsi meglio capire dal sant’uomo volle esprimersi in dialetto campano.

Successivamente venne a trovarlo «Barbablù con altri suoi satelliti armati di bastoni e ordigni di ferro» e giù botte da orbi. Barbablù, con san Pio, è diventato una “new entry” nel mondo demoniaco. E Barbablù con Padre Pio, usava sempre l’astuzia se non la scorrettezza.

Una volta gli si presentò come «un signore, alto, snello, vestito con una certa raffinatezza e dai modi garbati, gentili …». Molti di noi sarebbero caduti nella trappola, ma non il frate santo, che gridò: “Viva Gesù! Viva Maria!”.  Subito Satana-Barbablù uditi quei «soavissimi e potentissimi nomi, sparì all’istante in un guizzo di fuoco lasciando dietro di sé un insopportabile irrespirabile fetore».

 

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