L'esorcista: film horror cult di William Friedkin (1973).

L’esorcista, il Film: storia, personaggi e curiosità

L’esorcista (The Exorcist) è un film del 1973 diretto da William Friedkin e tratto dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty, che scrisse anche la sceneggiatura del film.

Qui voglio parlare della versione integrale de “l’Esorcista”, diventato un cult del cinema horror e capolavoro della cinematografia mondiale.

Il film l’Esorcista fu il primo a trattare le tematiche di possessione demoniaca ed esorcismo in modo diretto, concreto. Gli effetti speciali e le scenografie rendono questo film ancora attuale, tanto da rendere spaventosa la sua visione oggi come anni fa.

Oggi a distanza di tanti anni nessun film del genere è riuscito ad appassionare e spaventare allo stesso tempo gli spettatori e la critica come il film de “l’Esorcista”.

Il successo del film è lagato anche a numerose curiosità: agli accadimenti infausti legati al set e ai protagonisti della pellicola che si sono verificati anche a distanza di anni dall’uscita del film, fino a parlare di “maledizione dell’Esorcista”.

I Fatti Inquietanti realmente accaduti sul film “maledetto” de L’Esorcista.
Una scena del film: Regan durante l’esorcismo.

Esorcista: la Trama del Film

Nella città di Ninive, nell’Iraq del Nord, una squadra di archeologi tra cui figura l’esorcista Padre Lankester Merrin (Max Von Sydow) ritrova una statua del potente demone assiro-babilonese Pazuzu.

A Georgetown, quartiere di Washington, l’attrice Chris MacNeil (Ellen Burstyn), insieme alla figlia dodicenne Regan (Linda Blair) vivono un’esistenza serena; questo finché la piccola non inizia a giocare con una tavola Ouija, invocando inaspettatamente Pazuzu che si presenta a lei come Capitan Gaio.

Immagine del set de '"L'Esorcista".
Linda Blair e William Friedkin sul set del film.

Nel frattempo, un giovane gesuita greco-cattolico, Padre Damien Karras (Jason Miller) è in evidente crisi. Dilaniato dai sensi di colpa per aver perso la madre (Vasiliki Maliaros), Karras non le ha potuto prestare le dovute cure per via del sacerdozio.

Da questo momento iniziano una serie di eventi tutt’altro che pacifici; il susseguente crollo psichico e fisico di Regan, costringeranno Karras ad affrontare i suoi demoni e a chiedere l’intervento di forze superiore. Ci vorrà tutto il talento esorcistico di Padre Merrin per riportare l’ordine nella vita di Regan – e potrebbe non bastare.

Un'immagine tratta dal film l'Esorccista.
Ragan durante la possessione demoniaca.

Puoi vedere “L’Esorcista” in streaming gratis qui (dopo registrazione)

L’Esorcista: il Libro che ha ispirato il film di Friedkin

Copertina del libro di William Bett: "The Exorcist".Quale fatto di cronaca ha ispirato Friedkin nel film l’Esorcista?  La pellicola è tratta dal libro “l’Esorcista” (The Exorcist), un romanzo di genere horror scritto da Wlliam Peter Blatty nel 1971.

Il romanzo racconta della progressiva discesa agli inferi di una ragazzina funestata dal demone Pazuzu. Ormai preda di malvagie forze sovrannaturali, Regan sfida i sacerdoti che provano a esorcizzarla, padre Merrin prima e padre Karras dopo.

Una storia, quella di cui Blatty aveva sentito parlare ai tempi del college, seppur non nelle stesse modalità, che rimase a lungo nella sua mente prima di decidere di metterla nero su bianco.

Blatty era uno studente universitario quando scoprì la vicenda di un giovane vittima di un demone che si sarebbe impossessato di lui, dopo l’evocazione tramite una tavola Ouija. Blatty contattò l’artefice dell’esorcismo, Padre Raymond Bishop, ottenendone la collaborazione.

Tuttavia la famiglia del ragazzo, conosciuto poi con il nome fittizio di Roland Doe, non volle mai che la sua identità fosse rivelata.

Puoi ascoltare il romanzo di Blatty in italiano su youtube.

La VERA Storia del Film de “l’Esorcista”: Roland Doe

Chi era dunque Roland Doe? Aveva appena tredici anni, quando la zia Harriett, spiritualista, gli insegnò a contattare le anime dei defunti. Alla morte della donna, Doe fu protagonista di comportamenti violenti e “responsabile” di fenomeni molto particolari, come lo spostamento anomalo degli oggetti.

Quello di Roland Doe fu uno dei più spaventosi casi di possessione demoniaca.

In un primo momento si pensò ad una malattia psichiatrica, ma successivamente i genitori decisero di rivolgersi ad un religioso.

Dopo il fallimento di un primo esorcismo, il tentativo fu intrapreso dopo il trasferimento della famiglia in Missouri e, a quanto si dice, ebbe successo.

Il fatto che pochi anni fa lo scrittore Mark Opsasnick, dopo aver ritrovato la famiglia di Doe, rivelò che Roland avesse inventato di sana pianta di essere stato posseduto dal diavolo per attirare l’attenzione di mamma e papà scalfisce solo un po’ la fascinazione di una storia ancora oggi spaventosa. Come continua ad essere quella, terrificante, de L’Esorcista.

La colonna sonora del film

Il tema musicale del film è Tubular Bells tratto dall’omonimo album di Mike Oldfield. La colonna sonora definitiva, che include brani del compositore polacco Krzysztof Penderecki e alcune musiche originali di Jack Nitzsche, contiene i seguenti brani:

  1. Kanon For Orchestra and Tape (Krzysztof Penderecki)
  2. Cello Concerto (Krzysztof Penderecki)
  3. String Quartet (Krzysztof Penderecki)
  4. Polymorphia (Krzysztof Penderecki)
  5. The Devils of Loudon (Krzysztof Penderecki)
  6. Fantasia for Strings (Hans Werner Henze)
  7. Threnody I: Night of the Electric Insects (George Crumb)
  8. Fliessend, Äusserst Zart (Anton Webern)
  9. Beginnings (Harry Bee)
  10. Tubular Bells (Mike Oldfield)
  11. Study No. 1 (David Borden)
  12. Study No. 2 (David Borden)
  13. Ramblin’ Man (Dickey Betts)

Conclusioni

Milioni di spettatori spaventati, psicologi in sala, eppure, paradossalmente, l’opera di Friedkin è tutt’altro che un’invocazione demonica.

L’approccio documentaristico del suo autore, il taglio realistico e crudo, la scelta di mostrarci il Maligno – e i suoi segni – in modo vivo ed esplicito caratterizzano L’esorcista (1973) di un linguaggio filmico moderno che per l’insita forza della sua costruzione d’immagine, non ha nemmeno bisogno dei jump-scare tipici del genere. La forza impressionante delle sue immagine – generante empatia e un’inevitabile crisi di valori – viene subito attenuata dalla lente documentaristica apposta da Friedkin, giocando così con le sensazioni generate, ma sempre mantenendoci un passo indietro, L’esorcista terrorizza ma “allontana”, trascende il genere e la cornice orrorifica e fa la storia del cinema.

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